Teatro

Lunedì 23/11 è "Festa di famiglia" a Tolomeo

Lunedì 23/11 è "Festa di famiglia" a Tolomeo

Con la guida speciale di un maestro di ironia quale è Andrea Camilleri lunedì 23 novembre, alle 21, al Teatro Cucinelli di Solomeo va in scena un toccante spettacolo su i soprusi e le umiliazioni subiti nell’ambito famigliare, Festa di Famiglia di Mandracchia-Reale-Toffolatti-Torres, con Fabio Cocifoglia, Anna Gualdo, Manuela Mandracchia, Diego Ribon, Sandra Toffolatti, Mariangeles Torres.

Dopo Roma ore 11, la Compagnia prosegue il suo percorso teatrale con Festa Di Famiglia, una riflessione sulle dinamiche violente all’interno del nucleo familiare. In questi tempi di family day la famiglia è cosa sacra, è baluardo di moralità, bandiera politica e se nella cronaca nera si leggono ogni giorno vicende di omicidi e violenze, sono sempre opera di un “mostro”, di un pazzo, di uno straniero, che non ha niente a che fare con noi persone normali e perbene.

E invece è proprio nel nucleo fondante della nostra società, nell’intimità della famiglia, dove in fondo non sta bene ficcare troppo il naso, che si perpetrano violenze inaudite e indicibili ai danni delle persone più deboli, siano esse donne, anziani, bambini.

Ogni giorno avviene in Italia l’assassinio di una donna ad opera di un familiare: marito, fidanzato, padre, figlio. L’omicidio è solo la punta di un iceberg fatto di soprusi, percosse, umiliazioni fisiche e morali e la feroce violenza di “genere” che la nostra società cova al suo interno rischia di essere ancora raccontata come “delitto passionale”.

“Sappiamo che il teatro non può trovare soluzioni - affermano le autrici - ma raccontare storie che assomiglino alla storia in cui tutti siamo può aiutare a riflettere verso quali modelli di uomo e di donna vorremmo tendere.

Non volevamo prendere direttamente delle testimonianze di vita vissuta per ricostruirne le situazioni su un palcoscenico, ma abbiamo sentito l’esigenza di confrontarci con un autore che conoscesse a fondo la realtà familiare italiana e che ci permettesse di trovare un filtro poetico tra noi e il tema.

Così è avvenuto l’avvicinamento a Pirandello, padre del nostro teatro borghese, che sulla famiglia e sulle relazioni problematiche uomo-donna ha fondato gran parte della sua riflessione.

E proprio attraverso Pirandello abbiamo voluto raccontare una storia contemporanea: un punto di vista sulla famiglia che sembra superato per la nostra così evoluta società, ma che invece rispecchia ancora fedelmente quello che siamo . Il metodo di lavoro è lo stesso di Roma ore 11: un lavoro collettivo. Testo e regia, scrittura e messinscena.

Dopo aver letto tutti i suoi testi teatrali, abbiamo isolato le scene che ci sembravano centrate sul nostro tema, abbiamo scambiato le battute tra i personaggi, abbiamo cambiato genere ai personaggi, abbiamo creato un nuovo personaggio da due, tre già esistenti.

Quello che ne è uscito è una nuova storia familiare: chi conosce Pirandello ne riconoscerà la provenienza e si divertirà o ne rimarrà sorpreso, colpito e anche offeso forse. Chi Pirandello non lo conosce o non lo ricorda seguirà una storia nuova e autonoma.”